lunedì 4 marzo 2013

UOLCMEN: BOGHES DE BAGAMUNDOS - "Percorrendo i lati di di un cerchio"



Se dovessi fare una sintesi estrema dell'ultimo disco dei Boghes de Bagamundos direi: ritmiche coinvolgenti e melodie orecchiabili. Ma così facendo tralascerei un sacco di altre cose che rendono questo disco un lavoro estremamente interessante.
I Boghes de Bagamundos sono un gruppo ormai storico del panorama della musica indipendente del sud Sardegna. Nati nel 1999 arrivano, dopo diversi anni di carriera alle spalle, alcuni EP e dischi completi, vari cambi di formazione, collaborazioni e sperimentazioni, fino alla pubblicazione online di “Percorrendo i lati di un cerchio”, ascoltabile a questo indirizzo.
La formazione attuale della band comprende il cantante e bassista Claudio Kalb, Simone Milia alle chitarre e al banjo, Marco Cabras alle chitarre, Max Viani al violino e Roberto Matzuzzi alla batteria, ma il disco recentemente pubblicato ha visto la collaborazione di diversi altri musicisti.
Ascoltando il disco si respira amore per due terre: la Sardegna e l'Irlanda. La passione per gruppi storici come Pogues o Dublin City Ramblers (tanto per citare i più famosi rappresentanti del post-folk celtico) strizza l'occhio agli italiani Modena City Ramblers e Ratti della Sabina, a cui si unisce la carica e l'attitudine punk dei Dropkick Murphys, creando delle melodie alle quali è difficile resistere.
Gli 11 pezzi che compongono l'album sono decisamente ben suonati: tutti i musicisti sanno maneggiare gli ‘arnesi’ che si trovano fra le mani e il risultato si sente eccome (ascoltare per credere la strumentale “Simon's Jig”). I testi delle canzoni (principalmente in italiano, ma non solo: a metà tracklist troviamo “Poesia”, interamente in sardo) trattano varie tematiche: dalle più leggere avventure e disavventure di personaggi di vario tipo (“Il ballo dell'uomo di città”, “Allegra ciurma”) fino ad argomenti meno spensierati intrecciati di critica sociale come in “Orgoglio Manifesto” o “Le vie del cammino nuovo”. In apertura c'è poi una dichiarazione d'amore/odio al mezzo di locomozione del gruppo: un furgoncino del 1995, croce e delizia della band, che li ha accompagnati per tanti anni nelle loro numerose trasferte musicali.
Personalmente ho trovato “Percorrendo i lati di un cerchio” piacevole all'ascolto, nonostante, a mio parere, la band non abbia sul disco la stessa carica che ha invece sul palco. Una pecca dovuta forse al genere musicale, che si presta ovviamente a epocali bevute di birra e danze sfrenate (cosa che potrei anche fare qui e ora, in camera mia, ma forse è meglio di no).
In chiusura vorrei segnalare che fino al 9 marzo al Bodie Art, in via S. Giovanni a Cagliari, è possibile visitare la mostra “Fotografando i lati di un cerchio” del fotografo Pierpaolo Arru, inaugurata in concomitanza con la presentazione del disco.






2 commenti:

Momo ha detto...

Forza Boghes!! Siete fantastici *_*

GinoS ha detto...

Ho ascoltato l'album e sono abbastanza d'accordo con la recensione...mi è piaciuto ma ancora di più mi piacciono live! (anche se è da diverso tempo che non li vedo!!!)
Date in vista?