mercoledì 26 marzo 2014

24EFFEPIESSE: “Beh, come vi è sembrato?”

Sono certa che questa sia la domanda che meglio incarna questa rubrica. Infatti qui ci occuperemo di mettere per iscritto le primissime impressioni dopo la visione di un film al cinema, attraverso un breve (e anche un po' stupido) racconto. Cercheremo ovviamente di non “spoilerare” niente!



RECENSIONE “SMETTO QUANDO VOGLIO”

Ore 19:15, con ben 15 minuti di ritardo ci mettiamo in marcia per arrivare allo spettacolo delle 20:00. Arriviamo giusto in tempo, facciamo il biglietto, bagno e poi entriamo nella buia sala. Ci sediamo nelle inaspettatamente comode poltroncine e iniziano gli infiniti e lunghissimi trailer. Come dei buzzurri, ridiamo e commentiamo sguaiatamente le anticipazioni dei film; per alcuni non si può proprio farne a meno, soprattutto quando vedi Colin Farrell con le sue sopracciglia sempre incurvate intento a storpiare una storia d’amore improbabile e (immagino) inguardabile. Altri commenti arrivano quando vediamo ben due trailer che hanno come protagonista Aaron Paul (Jesse di Breaking Bad) e non possiamo non notare (sempre in maniera poco delicata) la qualità dei film che ha scelto di interpretare, mah!
Comunque, dopo questa lunghissima attesa, che quasi ci fa dimenticare il motivo per cui siamo là, inizia il film. E cala il silenzio. Trascorrono i primi 40 minuti, e a un tratto il film s’interrompe e si accendono le luci: 5 minuti di pausa. Ma davvero?! In un film di un’ora e quaranta mi metti i 5 minuti di pausa? Non c’era stata tutta questa clemenza per il signore degli anelli! In ogni caso, la pausa viene sfruttata al meglio chi va a fumare una sigaretta flash, chi va in bagno, e chi rimane accoccolato nelle poltroncine. La pausa termina, e inizia la seconda parte del film. Un'oretta e the end.

Usciamo dalla sala e c’incamminiamo verso la macchina. Durante questa passeggiata si parla di tutto, tranne che del film appena visto, quasi a voler rimandare un argomento che, sappiamo bene, sarà il protagonista assoluto del viaggio in macchina e oltre . E infatti appena entriamo in macchina, un impavido fa la fatidica domanda: “Beh come vi è sembrato?”
Dopo un breve istante per rimettere insieme i pensieri, inizia la nostra recensione a caldo.
Ora, per comodità identificherò le persone che commentano con un personaggio dei Simpson:
La gattara scioglie il ghiaccio: “Carino, non mi aspettavo niente di più e niente di meno. Non è un capolavoro, una leggera commedia italiana. Anche se, probabilmente, non è un film da cinema, soprattutto per una come me che al cinema, purtroppo, ci può andare raramente. Però mi ha strappato qualche sorriso, ma è più un film da divano di casa che da cinema, sinceramente”.

Gengive sanguinanti: “Sì dai, alla fine era molto carino, uno sviluppo della storia sicuramente al di sopra delle righe. Viene trattato un tema molto attuale, quello del ricercatore universitario che...diciamo, non se la passa benissimo. Però cade molto spesso nello stereotipo: anche i personaggi sembrano un po’ delle macchiette. Inoltre anche i dialoghi sembravano poco sviluppati, soprattutto quelli tra la banda, non sembrava ci fosse una sintonia, nonostante fossero appunto una
banda, dai dialoghi non trapelava nessun tipo di legame. Però, tutto sommato, mi è piaciuto, un film davvero piacevole”.

Duff Man: “Mah, io forse mi aspettavo un po' di più , soprattutto dopo aver visto il trailer. Mi è sembrata una puntata di The Pills dilatata, quindi anche poco coinvolgente. Anche secondo me la caratterizzazione dei personaggi risultava essere un po’ troppo stereotipata, i due latinisti…mamma mia li ho trovati a dir poco irritanti.”

Gengive sanguinanti: “Verissimo! L'unico personaggio che usciva un po' dalla macchietta è il chimico robusto, che almeno si è evoluto durante il film, gli altri così erano e così sono rimasti durante tutto il film, non c'è stato alcun tipo di crescita.”

Otto Disk: “Sì, sono d’accordo, molto carino, anche io come Duff Man sono rimasto forse troppo affascinato dal trailer che mi ha un po’ sfasato le aspettative: è montato davvero molto bene, dinamico, incalzante, e questo nel film un po’ manca. Inoltre mi è sembrato che le scene più carine siano state proprio quelle messe nel trailer. E poi, Valeria Solarino, bona quanto vuoi, ma la recitazione mi ha fatto davvero pena ”.
Duffman: “Dai, però sono contento di essere andato al cinema a vederlo, è giusto appoggiare questa nuova realtà del cinema italiano, con attori giovani e talentuosi.”

Gattara: “Quello sì, almeno si sta cercando di andare oltre ai film “comici” dei Vanzina, mamma mia. Ma sono l'unica a cui non è piaciuto neanche l'economista? Libero De Rienzo? Non so...io l'ho trovato un po' troppo caricato (anche se effettivamente lo erano un po' tutti).”

Duff Man: “A me è piaciuto! Anzi, forse uno dei più forti!”

Gengive sanguinanti: “Anche a me è piaciuto!”

Otto Disk: “Anche a me!”

Gattara: “Vabbè...come non detto, però non capite niente!”

Senza neanche rendercene conto, siamo arrivati a casa, e ad aspettarci c'erano gli altri amici che non sono potuti venire con noi, e la prima domanda, indovinate qual è stata? “Beh, come vi è sembrato?”
E via, nuovo giro nuova corsa!

Il trailer:



mercoledì 12 marzo 2014

Previously on presenta: IL QUIZ #1

La rubrica Previously on è lieta di presentarvi il primo Quiz by Kenemèri dedicato alle serie tv.
Che serie tv poliziesca sei?
Le serie tv poliziesche si rinnovano di continuo. La lotta tra il bene e il male caratterizzata da due schieramenti opposti è sempre rappresentata nelle serie tv. Vediamo dove vi collocate con questo test!
La tua formazione, il tuo carattere, il tuo modo di reagire ad innumerevoli situazioni connotano inevitabilmente l'appartenenza specifica ad una determinata Serie Tv poliziesca. Ahn, ovviamente Chips non sarà fra i risultati, nessuno può essere Poncharello! CLICCA PER ANDARE AL TEST
clicca sull'immagine per effettuare il test oppure clicca qui!




sabato 8 marzo 2014

UOLCMEN: Playlist #10: Coriandoli, stelle filanti e accette!

Il Carnevale di Arlecchino di Joan Mirò
Il blog è tornato, e con lui anche le Playlist, siamo arrivati a quota 10, un grande traguardo che festeggiamo a suon di musica carnevalesca. Questa nuova playlist è divisa in due parti: una con le canzoni a tema e l'altra con le solite canzoni random di cui vedo solo io il collegamento col tema principale. La parte a tema è costruita interamente sulla colonna sonora del "carnevale sangavinese", che non è solo un evento mondano, è parte integrante della nostra vita. Non solo noi che siamo nati e cresciuti a San Gavino Monreale (anche se ho il sospetto che la musica dei carri sia più o meno la stessa in tutta Italia) ma anche molte persone del Medio Campidano, abbiamo un legame fortissimo con certe canzoni che vengono sputate fuori a rotazione dai carri allegorici.
Parte1. Abbiamo una carrellata di 5 canzoni tipiche del carnevale, che un po' ci potranno rendere nostalgici. Santa Esmeralda con "Don't let me be Misunderstood" ha fatto sicuramente da colonna sonora alle prime sfranellate, alle prime sbronze apocalittiche e ai balli sfrenati in puro stile disco anni '70. Imprescindibile. Una canzone un po' più specifica è "Cannabis" degli Ska-P, che nel nostro carnevale è una costante più fissa del pi-greco, che si lega in maniera imprescindibile all'inno scozzese. Insomma, i miei compaesani avranno capito che mi riferisco a qualcosa in particolare, per tutti gli altri invece le consiglio come carica prima delle sfilate o delle feste. Funzionano. La tranche finale della prima parte è parecchio scontata ma indispensabile. Se volete davvero divertirvi alle feste, non potete non ballare "Meu Amigo Charlie Brown", "Cacao Meravigliao" e "La Bamba". Il carnevale ha una colonna sonora tipica, fissa, che aspetta ogni anno di essere tirata fuori dal cassetto e vestita a festa, per essere protagonista della catarsi collettiva.


foto da sangavinomonreale.net

Parte 2. Ora la mia parte preferita, quella che non ha niente a che vedere col carnevale tradizionale, quella un po' tirata su a forza, quella che è solo una scusa per parlare di gruppi che mi piacciono. Questa parte di Playlist ha un ruolo purificatore nella mia vita. Mi spiego meglio. Ho sempre partecipato al Carnevale, sempre, ma odio la musica che viene diffusa per questa festa, per cui ogni anno durante la vestizione mi sparo una colonna sonora che mi tenga purificata prima di immergermi nel mainstream e di sentirmi addirittura parte di esso. Anche qui ho scelto cinque canzoni rappresentative. La prima è l'unica "a tema" che ascolto, ma solo per il titolo "Carnival Bizarre" dei Cathedral, alfieri del Doom vecchia scuola, un po' di lentezza prima della bolgia infernale. Proseguo con due canzoni che di carnevalesco\circense hanno la struttura un po' particolare, sono "Carousel" dei Mr. Bungle e "The Chaos Path" degli Arcturus, diversissimi tra loro ma entrambi intricati e galvanizzanti. Voglio chiudere col Carnevale visivo di due gruppi, emule il primo e originale il secondo, che fanno della maschera la proprio prerogativa: Lordi e Gwar. Premettendo che gli alfieri sono i Gwar, c'è da dire che Lordi hanno imparato bene la lezione rendeno la proposta più leggera e ammiccante. Ho scelto "Hard Rock Hallelujah" per Lordi e la cover (spettacolare) di "Carry on Waywardson" dei Kansas eseguita magistralmente dai Gwar. Bene, ora siete pronti per le ultime sfilate di quest'anno. Buon divertimento.





martedì 4 marzo 2014

BABELE: Il Carnevale di Mamoiada- Le figure dei Mamuthones e degli Issocadores

Un altro fra i carnevali più affascinanti della Sardegna è sicuramente il carnevale di Mamoiada, con le bellissime figure dei Mamuthones e degli Issocadores. Molti sono i visitatori e i turisti che ogni anno si riversano nel paese per seguire le figure mitiche di questo carnevale.

LA RAPPRESENTAZIONE.
I Mamuthones e gli Issocadores sono figure protagoniste della domenica e del martedì di carnevale.
Essi giungono all’improvviso, interrompendo i balli e la festa che si sta svolgendo nel paese. Immediatamente l'atmosfera si fa più cupa e solenne, stridendo con la gioia e il clima che si stava vivendo precedentemente. I Mamuthones sono dodici, disposti su due file parallele mentre gli Issocadores sono disposti all’esterno delle file nell’atto di proteggere i loro “prigionieri”. I movimenti dei due gruppi sono molto in sintonia tra loro: i primi si muovono quasi a saltelli, muovendo contemporaneamente le spalle ora verso destra ora verso sinistra al fine di far suonare contemporaneamente i campanacci. Ogni tanto capita che ad un gesto degli Issocadores essi facciano tre rapidi salti seguiti da tre secche scampanellate.
Gli Issocadores, invece, sono molto più agili e liberi nei movimenti. Ogni tanto capita che lancino la soha per acchiappare qualcuno del pubblico, spesso di sesso femminile, al fine di mostrare la propria abilità. Gli Issocadores possono parlare e colloquiare con il pubblico, mentre i Mamuthones sono costretti a stare in silenzio per tutta la durata della manifestazione.

L’ORIGINE DEI NOMI
I due nomi hanno origine antica e spesso controversa e di difficile comprensione. Tra le principali ipotesi vi è quella per cui il nome Mamuthones derivi dal modo in cui i sardi micenei chiamavano i fenici, cioè Melaneimones, che sta a significare “Facce nere”, da cui provengono i termini Maimoni e Mamuthones, che stanno a significare “demonio” e “Maschera Nera”. Un’altra ipotesi fa derivare il termine da maimatto, ossia il “tempestoso”, colui che fa esplodere la tempesta, un epiteto dato alla divinità sotterranea identificata con Dionisio, che ogni anno moriva e rinasceva in primavera con la fioritura dei campi.
Il termine Issocadores, invece, in sardo sta a significare letteralmente “colui che prende la fune”, cioè colui che ha in mano una fune, detta soha.

IL MODO DI VESTIRE
È interessante analizzare il modo di vestire dei due protagonisti del carnevale di Mamoiada. Il vestito dei Mamuthones comprende su Belludu, l’abito in velluto scuro; sas peddes, una casacca di pelle ovina oscura caratteristica dei pastori sardi; sos piuncos, grosse calze di cotone e lana; sos hònsizos, scarpe conciate in pelle; sa visera, una maschera nera antropomorfa; su bonette, il berretto sardo e su mucadore, fazzoletto di colore scuro del vestiario femminile. Infine, sul dorso sono posti i campanacci e i sonagli, il cui peso è di 22-25 chili, la dotazione sonora dei Mamuthones chiamata su ferru.
Gli Issocadores, invece, hanno con loro la berritta di colore nero, tenuta in testa da un mucadore il cui colore è assolutamente variopinto; la hammisa, una camicia dello stesso colore del costume; su currittu, il corpetto rosso del costume tradizionale; sos carzones de tela, pantaloni di tela bianca larghissimi, s’issalletto, uno scialle in seta di raso caratterizzato da una grande policromia di colori. Infine ovviamente vi è la soha, particolare lunga fune in giunco.

COSA RAPPRESENTANO LE DUE FIGURE
Ma cosa rappresentano queste due figure? È in particolare lo studioso Raffaello Marchi che prova a offrire alcune supposizioni sulle loro origini e su quelle di questo spettacolo carnevalesco. La più importante trae origine da un evento bellico, sicuramente “emblematico- scrive lo storico- nella lunga storia di dominazioni straniere e di assalti barbareschi in Sardegna”1. In particolare lo storico ritiene che l’origine dell’evento possa risalire a una delle poche vittorie ottenute dai sardi contro i pirati saraceni, “Los Moros” come venivano chiamati, nei primi decenni del IX secolo, quando riuscirono a catturarne un grandissimo numero, tra cui quattro fra i capi o ufficiali maggiori2. È molto probabile che questi ultimi, dopo essere stati catturati nel luogo del loro sbarco, fossero poi stati accompagnati a Mamoiada da pastori che utilizzavano, per tenerli fermi, il laccio pastorale. Sempre secondo il Marchi, è possibile pensare che i prigionieri venissero poi spogliati e rivestiti con la Mastruca sarda, e su questa venissero posti i campanacci che indicavano l’assoggettamento; i sardi utilizzavano invece le effigi dei vinti conservando la soca come emblema della vittoria. Ritornando al carnevale di Mamoiada, la simbologia descrive dunque i Mamuthones come i vinti musulmani e gli Issocadores come i vincitori sardi.
Ma sono altre le ipotesi fatte dallo studioso, tra queste la più interessante fa risalire l’origine a una di quelle «processioni rituali che i sardi della civiltà nuragica dovevano fare molto spesso in onore dei loro piccoli numi agricoli e pastorali. In un caso e nell’altro possiamo immaginare, al posto dei Mamuthones, una torma di buoi veri tutti rimbelliti, inghirlandati e come vestiti a festa che vanno in processione guidati da mandriani Issocadores»3.
Un carnevale molto affascinante, dunque, sicuramente da vedere per poter ammirare le due figure all’opera.

Foto di P. Volta, S. Monchi, R. Ballore, P. Cugusi, tratte da “Il carnevale di Mamoiada”, di Paolo Pillonca

BIBLIOGRAFIA:
  • Raffaele Marchi, “Le maschere barbaricine”, articolo pubblicato sulla rivista Il ponte nel 1951
  • Paolo Pillonca, Il carnevale di Mamoiada
  • Caterina Vitzisai, Il carnevale di Mamoiada


1
Raffaele Marchi, “Le maschere barbaricine”, articolo pubblicato sulla rivista Il ponte nel 1951
2
Alcuni altri storici ci dicono che da questa vittoria ebbe origine anche la famosa bandiera sarda con i quattro mori che hanno le bende agli occhi
3
R. Marchi, Op. cit.