“Questo
video non vuole dimostrare niente, vuole solo mostrare, ragionare
sulla nostra percezione delle cose, sulla nostra posizione nel
mondo... e sullo scorrere del tempo che tutto trasforma. Interroga e
fa parlare la nostra gente. Parla della nostra memoria storica, parla
dei nostri luoghi, li raccontano le persone, i ricordi, i gesti, i
suoni, la musica, le risa, ciò che era e che non è, parlano di noi
la polvere, le finestre chiuse di una casa abbandonata, gli intonaci
scrostati. Parlano di noi i frammenti di pietra spezzati, la terra
incolta, l'erba selvatica... un invito a riflettersi per riflettere,
a trovare risposte in noi stessi e nella nostra memoria, un invito
all'agire contro l'apatia e la rassegnazione. Partecipare... per
esserci e insieme creare un futuro. Perché su tempus est torrau...
”
Sono
un appassionato di documentari (a periodi trattasi di patologia), e
una delle ragioni principali di questa mia mania è semplice: penso
non ci sia mezzo migliore per raccontare, spiegare, esprimere un
concetto o una storia. Stai seduto comodamente in poltrona con il tuo
portatile, senza muovere un dito e alla fine del documentario, se il
regista ha fatto bene il suo lavoro, scopri la soddisfazione del
sapere.
Le
righe con cui ho aperto questo articolo sono l’input di uno dei
lavori di cui parlo sopra: sono infatti state scritte a nome
dell'Associazione di Promozione Sociale “Qedora”, che il 4 e 5
maggio ha presentato un lavoro portato a termine dalla sapiente mano
del talentuoso Federico Rescaldani, Roberto Spanu e dalla
presidentessa di “Qedora” Daniela Inconis.
“Su
Tempus Torrau”, è un documentario che fa rivivere emozioni di
sessant'anni fa ai più anziani e stuzzica la curiosità dei più
giovani. In venti minuti di interviste, accompagnate dalla sognante
chitarra di Marco Meloni, lo spettatore rivive le strade e gli spazi
di San Gavino Monreale come li vedevano i nostri nonni, facendo
scattare un meccanismo nella testa dell'ascoltare che porta a una
fusione tra passato e presente.
Pur
non essendo sangavinese sono riuscito ad apprezzare tantissimo il
modo in cui Federico, Roberto e Daniela hanno ridato vita ai ricordi.
La scelta di un montaggio rilassato, le interviste mai noiose
e sempre interessanti elevano questo lavoro a qualcosa di più di un
lavoretto paesano destinato a una circolazione ristretta ai parenti.
L'Associazione
“Qedora” (Il nome QEDORA nasce dalla contrazione di QUI E ORA) è
composta da un gruppo di persone che hanno come obiettivo la
riscoperta del passato e di tutti quegli usi e costumi che col tempo
rischiamo di perdere. Per far si che questo non accada l'associazione
sta promuovendo dei laboratori come quello di cestineria
iniziato a marzo presso il centro “Anziani Sempre Giovani”. Per
non fare torto a nessuna delle tante attività di “Qedora”, vi
rimando al sito www.qedora.it
dove potrete trovare tutte le informazioni che desiderate.
Se
invece volete rifarvi gli occhi con i lavori di Federico Rescaldani
questi sono gli indirizzi dove potete trovarli: Canale Youtube e il Canale Vimeo . Ve li consiglio vivamente perché il ragazzo ha talento e farà
strada!
Come
ultimo saluto non potevo non linkarvi l'oggetto di questo mio
articolo: è con vero piacere che vi presento “Su Tempus
Torrau”:
1 commento:
Grazie per la segnalazione. Davvero un ottimo lavoro.
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