lunedì 22 aprile 2013

UOLCMEN: Recensione Whiu Whiu!!


Ci riprovo con la recensione di un altro disco. Stavolta tocca all'opera prima di un gruppo di giovani sardi provenienti dal Mandrolisai (precisamente da Meana, Tonara e Sorgono) e che per ragioni di studio o lavoro risiedono in pianta stabile a Cagliari. Sto parlando dei Whiu Whiu!! (da pronunciare con un fischio), che prestissimo potremo ascoltare anche su REK, la nuovissima Radio dei nostri Kenemèri, nel programma GangBand.
A gennaio del 2012 realizzano il loro primo lavoro, un EP composto da sei brani più una “Ghost song” strumentale che chiude il disco. Se li avete visti dal vivo e vi è piaciuta la loro potenza sonora, ritroverete in questo EP la stessa carica e passione. I sei pezzi sono azzeccatissimi: veloci, potenti, ben costruiti e ben suonati. Le chitarre pungenti di Daniele Mereu e Alessandro Macis aggrediscono già dal primo pezzo, “L'abat-jour”, e ci portano in un retroterra musicale fatto di rock e punk di qualità, che dà vita a un mix di sonorità che sorpassa ampiamente la media di molti gruppi italiani (anche di quelli riconosciuti).
Il secondo pezzo “Per un'altra strada” personalmente è quello che meno mi piace del disco: rispetto al resto delle canzoni, a mio avviso, gli manca qualcosina: un ritmo un po' meno sostenuto e una linea melodica che mi ricorda qualcosa (non ho chiaro cosa sia) non me la fanno apprezzare al massimo. Ma, come vi dicevo, il disco ritorna su livelli ottimi già con “L'amò in due” introdotta dalla potentissima sezione ritmica di Gianni DeArca (batteria) e Massimiliano Macis (basso) e poi dalle taglientissime chitarre. Una storia d'amore, odio, violenza e passione raccontata dalla bella voce di Emanuele Pintus, che ai primi ascolti (anche della canzone successiva “Orticaria”) trovavo si ispirasse molto a Pierpaolo Capovilla del Teatro degli Orrori (con i quali tra l'altro la band ha condiviso il palco nell'estate 2012), ma che in realtà esplora tanti registri con disinvoltura e sicurezza invidiabili.
L'EP termina con i due pezzi che mi piacciono di più: “L'olimpiade”, brano in cui traspare l'amore e la critica verso il territorio d'origine di questi ragazzi, il centro Sardegna della Barbagia-Mandrolisai, e la schizofrenica “Una e neanche una”, retta dall'incalzare delle chitarre, un basso dal suono decisamente punk e un cantato che alterna parti urlate a parte recitate.
Per concludere, un riferimento immancabile a colui che ha curato registrazioni, mix e post-produzione dell'EP, Roberto “Gibe” DeArca, che ha decisamente fatto un gran bel lavoro. Il disco è senza dubbi un buonissimo prodotto (contando tra l'altro che si tratta del disco d'esordio), fatto di riff potenti e riuscitissimi, bei testi e bella voce, una sezione ritmica precisa e trascinante. Consigliatissimo! Purtroppo non esistono più esemplari “fisici” disponibili, ma il gruppo ha deciso di renderlo fruibile e condivisibile a questo link: www.mediafire.com/?j52ge3qltlj38os . Approfittatene!! E seguite il fischio!

Il video di "Una e neanche una":


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