“Omnia
sunt Communia”
“Ieri ho domandato a un
pargolo di cinque anni chi fosse Gesù. Sapete cosa ha risposto? Una
statua.”
Il libro di cui vi voglio
parlare oggi è, a mio modesto parere, uno dei più bei romanzi mai
pubblicati da vent’anni a questa parte: “Q”, scritto dalla
colonna bolognese del Luther Blisset Project e pubblicato nella
primavera del 1999. Il romanzo rappresenta l’ultimo atto del “piano
quinquennale” elaborato da un insieme di scrittori, artisti e
agitatori culturali provenienti da tutta Europa, di cui gli autori
del romanzo rappresentano soltanto una minima parte (“meno dello
0,04%”, come dichiararono ad un intervista a Repubblica del 6 marzo
1999 gli autori dell’opera che, come si scoprì più avanti,
rispondono ai nomi di Roberto Bui, Giovanni Cattabriga, Federico
Guglielmi e Luca Di Meo, che successivamente formeranno il collettivo
di scrittori denominato Wu Ming). In cosa consiste tale progetto?
Esso ebbe inizio nell’estate del 1994 e ne facevano parte più di
un centinaio di persone provenienti da 32 paesi, il cui obiettivo
prefissato era quello di “mandare in crisi” le verità e i
dogmatismi consolidati dell’industria culturale mainstream,
attraverso beffe mediatiche e raggiri tecnologici che poi il Luther
Blisset Project rivendicava puntualmente, spiegando quali difetti del
sistema mediatico avevano sfruttato per far pubblicare o trasmettere
notizie false.
In Italia l’episodio
forse più famoso risale al 1997, quando venne sfruttato in modo
geniale il panico morale sulle messe nere e il satanismo. Ad un
certo punto, nei boschi del viterbese, apparirono improvvisamente dei
Cultori del Demonio e dei "cacciatori di streghe"
cristiani, che lasciavano tracce (fisiche, audiovisive e
"letterarie") dei loro scontri e inseguimenti. I media
locali e nazionali, senza controllare minimamente la veridicità
della notizia, diedero ampio risalto mediatico al fenomeno e,
addirittura, Studio Aperto trasmise il video di un - alquanto
abborracciato - rito satanico. Anche alcuni uomini politici non
esitarono ad intervenire sulla questione, strumentalizzando per i
propri fini la paranoia di massa causata dal fenomeno. La questione
si concluse quando i Luther Blisset Project dimostrarono
pubblicamente, attraverso una grande mole di prove, l’infondatezza
della questione. La notizia della beffa venne data al TG1 delle 20, e
rimbalzò su tutta la stampa nazionale, mettendo
in luce la scarsa professionalità di molti cronisti e l'infondatezza
del panico morale.
Il progetto, secondo una
deliberata scelta degli stessi membri e creatori (seguendo una
massima di Cary Grant: “meglio andarsene un minuto prima, lasciando
le persone con la voglia, che un minuto dopo, avendole annoiate”),
si concluse nel dicembre del 1999, quando tutti i "veterani"
commisero un suicidio simbolico chiamato "Seppuku" (come il
suicidio rituale dei samurai).
Il
romanzo “Q” risulta essere il lascito finale di questo progetto,
uno splendido romanzo storico ambientato in Europa tra il 1517 (anno
in cui Martin Lutero emanò le 95 “tesi” contro le indulgenze
papali) e il 1555, anno in cui divenne papa, con il nome di Paolo VI,
Giovanni Pietro Carafa, tra i massimi difensori della Chiesa Romana
contro qualunque movimento eretico che si proponeva di riformare o
addirittura rivoluzionare il clero cristiano (a lui si deve, tra i
tanti atti, l’emanazione nel 1559 dell’Indice dei Libri
proibiti). I protagonisti di quest’opera sono due: da un lato c’è
un eretico anabattista dai mille nomi e dai mille volti, che,
nonostante le tante sconfitte e la disillusione che cresce con il
passare degli anni, continua la sua lotta a fianco degli umili e
degli oppressi contro ogni forma di potere costituito, dal papato ai
principi e vescovi tedeschi, dai grandi banchieri alle varie
inquisizioni; dall’altra c’è Q, iniziale di Qoelet,
l’Ecclesiaste,
ripreso dal titolo di un testo contenuto nella Bibbia Cristiana ed
Ebraica, una spia al soldo del futuro papa Giampietro Carafa, in
grado di incunearsi in modo mirabile tra le file dei ribelli per
portarli ogni volta alla sconfitta; entrambi attraversano
quarant’anni di lotte non solo religiose ma anche sociali e
politiche, dalla battaglia dei contadini guidati da Thomas Muntzer a
Frankhenausen al periodo dell’Inquisizione in Italia, passando per
il “regno” Anabattista di Munster e la città “degli spiriti
liberi” di Anversa.
Entrambi sono testimoni di
un’epoca che ha sconvolto la storia dell’Europa, e incarnano lo
scontro modernissimo tra un potere che, seppur destabilizzando, deve
riportare alla stabilità e all’ordine, e una ribellione sempre
sconfitta ma che comunque deve essere sempre riproposta: “una
sconfitta non rende meno giusta una causa”, dirà ad un certo punto
l’autore.
Sono tantissimi i motivi per cui vale la pena di
leggere questo libro, a partire innanzitutto dagli splendidi
affreschi che gli autori ci offrono della società e del clima
dell’epoca (dimostrando, in questo senso, una grande conoscenza
degli avvenimenti realmente accaduti che sono citati e descritti
nell’opera), ma anche la straordinaria freschezza nella scrittura
che rendono avvincente questo romanzo, grazie anche alla scelta degli
autori di utilizzare un fraseggio breve, acuto e dirompente.
Concludendo, si può osservare come siano molto acute e penetranti
anche le allegorie presenti nel libro: è inutile negare, infatti,
come la città di Munster conquistata dagli Anabattisti rappresenti
il socialismo reale, con il comunismo dei beni e l’uguaglianza di
tutti e tutte, ma anche con le sue terribili degenerazioni; chiaro,
inoltre, come il periodo dell’inquisizione possa essere
assimilabile alla situazione europea dopo lo spegnersi dei movimenti
di protesta nati con il Sessantotto e attivi negli anni settanta.
Quel che la controriforma fu per le chiese radicali e rivoluzionarie
del primo Cinquecento, il reaganismo, il neoliberismo e il pensiero
neoconservatore sono stati per i movimenti nati tra la fine degli
anni ’60 e gli anni ’70 (per questo gli stessi autori hanno
descritto il romanzo come un "manuale di sopravvivenza").
Insomma, potrei dire tantissime altre cose, ma mi fermo qua, nella
speranza di aver sollecitato la vostra curiosità.
3 commenti:
Gavi, ti voglio fare i miei più sentiti complimenti!
L'articolo è bello e ben scritto e sopratutto mi ha fatto venire una voglia matta di leggere tutto quel che posso sull'argomento!
Grazie!!!
Grazie Cami! Credo sia davvero uno dei più bei libri che abbia mai letto!!
Bellissima recensione Gavi!
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