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24effepiesse: Synecdoche, New York
Scrivere una
recensione di un film senza sapere ancora se quel film ti è piaciuto
o meno è una cosa difficilissima. Infatti, alla domanda secca: “Ti
è piaciuto?” non so rispondere, perché mi vengono in mente
motivazioni totalmente contrastanti.
Synecdoche,
New York è
scritto da Charlie Kaufman, lo stesso sceneggiatore di bellissimi
film quali Il
ladro di orchidee,
Eternal Sunshine of the Spotless Mind
(vedi la recensione by kenemèri
http://kenemeri.blogspot.it/2013/01/24effepiesse-eternal-sunshine-of.html ), Essere
John Malkovich,
eccetera, alla sua prima prova anche da regista. La firma indiscussa
di questo talentuoso autore sono delle storie intricate e folli che
scavano in profondità verso particolari aspetti della vita umana: il
ricordo, la formazione e costruzione delle idee, l'autostima. Le
trame sono quasi orpelli bellissimi costruiti sopra delle fondamenta
di introspezione e autoanalisi.
Synecdoche,
New York racconta
la storia di un autore e regista teatrale, uno spettacolare Philip
Seymour Hoffman, e della sua vita che gli si sgretola in mano.
Un'ipocondria esagerata e la sua grande e smisurata Opera teatrale
sono tutto ciò che gli rimane in una spirale autodistruttiva a senso
unico.
Synecdoche
è
un film volutamente lento, è come una graduale discesa all'interno
della vita di un uomo, con le giuste pause e le burrascose cadute. La
Sineddoche, la figura retorica che indica una parte per il tutto:
un'opera teatrale che soppianta la vita stessa, in un gioco/delirio
di sostituzione e sdoppiamento surreali.
Una
cosa è certa: questo film non può lasciare indifferenti. Non c'è
speranza, non c'è via d'uscita, Synecdoche
è
un film di una tristezza unica.
Nomi
o cognomi, città o espressioni hanno durante il film rifermenti non
sempre nascosti. Ad esempio la città in cui è ambientata la storia,
Shenectady, ha praticamente la stessa pronuncia del titolo del film.
Lo stesso nome del protagonista Caden Cotard riprende il nome della
sindrome di Cotard, una sindrome psichiatrica caratterizzata dalla
convinzione illusoria di essere "morti", di avere perso
tutti gli organi vitali o tutto il proprio sangue.
Il
film, uscito nel 2009, in Italia non è ancora stato distribuito, ma
poco male: si trovano senza fatica i sottotitoli per gustarsi appieno
questo delirante lungometraggio.
Concludo
riportando un interessante stralcio di intervista da parte di Wired a
Kaufman:
“Adaptation
(Il ladro di orchidee) o Eternal Sunshine of the Spotless Mind (Se mi
lasci ti cancello) avevano, alla fine, una valvola di salvataggio, un
concetto intelligente che la gente capiva. Non c’è nulla del
genere in questo film, cosa che è più simile alla vita. Le cose
volano via e vanno fuori di testa e l’essere incomprensibile sembra
il processo dell’esistenza. Questo è quello che mi sono proposto
di esplorare. Non so. Forse non è una buona idea per un film.”
5 commenti:
Da vedere!! :)
Sembra molto serio.. Se poi i sottotitoli son fatti bene sarà ancora meglio che vederlo in Italiano!
Io ho amato a dismisura sia Adptation che Eternal Sunshine of the Spotless Mind e mi sono piaciuti parecchio anche Essere John Malkovich e Confessioni di una Mente Pericolosa... insomma assolutamente da vedere!
Grazie per la segnalazione Dà, non sapevo neanche che fosse uscito questo film, mea culpa!
Se volete ve lo passo, non è facilissimo trovarlo...
Si si passa pure, io lo vorrei proprio vedere! :D
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