lunedì 22 ottobre 2012

UOLCMEN: Playlist n° 4:no angry no party

Ah! Oggi proprio non è giornata! 
Quante volte avete pensato questa frase? Io, a causa della mia goffaggine e della nuvoletta di Fantozzi che mi perseguita, quasi ogni giorno. Non penso di essere l'unica, anzi, immagino che molti di voi abbiano sempre desiderato sfoggiare una perfetta playlist al vetriolo per i momenti di rabbia e disperazione. 
Lo so, chi mi conosce avrà già capito che in realtà è tutta una scusa per parlare della mia amata “Musica a pius longus” (traduzione: musica dai capelli lunghi), ma non solo (leggete alla Voyager): la mia idea è anche quella di darvi dei suggerimenti riguardanti il lato più incazzoso della musica, sempre strettamente personali. Insomma, mi piace rendervi partecipi dei fatti miei, mettiamola così. 
Tra classici e moderni abbiamo un bel po' di canzoni nel calderone, ma ne ho selezionato dieci, quelle che più di frequente accompagnano le mie imprecazioni. 
Le cose vanno più o meno così. 
Ti svegli e sembra una giornata normale, ma ecco arrivare all'improvviso il primo inconveniente qualsiasi; indi la tua mente inizia a pensare con la voce di Phil Anselmo, e quale canzone è più appropriata di “5 minutes alone” dei Pantera per esprimere l'inizio del malcontento? Nessuna, lo so. 
Ma non finisce qui, le cose non possono migliorare (è una giornata no, ricordate), la mattinata prosegue con un'evoluzione di brutalità, passando prima per “Slave New World” dei Sepultura e poi per “Serenity in Murder” degli Slayer. La prima è un classico, la seconda un po' meno, ma rendono bene l'idea del momento carico di pathos che si sta delineando. 
A un certo punto la fame si unisce al precedente disagio (è quasi ora di pranzo), per cui si arriva al momento clou della giornata, rappresentato da “Concatenation” dei Meshuggah. 

Tipica espressione da incazzo di Phil Anselmo!
Bene, ora ci possiamo rilassare un pochino, il peggio è passato. Dal pranzo in poi l'emozione rimarrà quella di costante fastidio perché ormai l'inizio è stato tragico, perciò il resto della giornata risulta altamente compromesso. Deceleriamo. “Bury me in Smoke” dei Down è un'ottima frenata, ma la velocità rimane costante e l'umore rimane su di giri. Se parliamo di velocità costante, allora restiamo in questo limbo di media brutalità! Inserisco “No Love Lost” dei Carcass con un ritmo assassino; “Clayman” degli In Flames, che mi ha fatto compagnia tante volte nelle sfuriate degli anni del liceo; “Violent Revolution” dei Kreator, una bomba di canzone, a dir poco perfetta sia tecnicamente che emozionalmente, fortissimi. Questi tre classici hanno una loro raison d'être a prescindere da questo contesto, ma trovo che ascoltarli con una punta di rabbia li renda più appetibili. Prima di concludere vorrei inserire una canzone che è entrata sotto la nube della sfortuna da poco tempo, ovvero “The Rise of Denial” dei Paradise Lost, che ci sta a pennello nei momenti di sconforto nero, ma proprio nero. 
Bene, siamo giunti alla fine, l'unico modo di concludere in maniera coerente questa giornata pessima è con una canzone che non c'entra una beneamata mazza col resto, sto parlando di “Feuer Frei!” dei Rammstein, che non è solo adrenalina pura, ma ha un vantaggio che le precedenti canzoni non hanno: è in tedesco, la lingua dell'incazzo per eccellenza! 
Provate a dire una qualunque parola scurrile prima in italiano e poi in tedesco, vi assicuro che non imprecherete più in italiano. 
Ach du Schreck! E ho detto solo acciderba! Alla prossima






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