"Chi ha detto che il tempo è denaro? Un filosofo, un banchiere o un orologiaio? Perché se è vero che il tempo è denaro, il nostro tempo deve essere denaro di qualcun altro...”
Il primo libro di cui vorrei consigliarvi la lettura si intitola “Lotta di classe” di Ascanio Celestini, edito da Einaudi nel 2009. Il libro rappresenta l’ultimo atto di un lungo lavoro di indagine e ricerca sociale che Celestini compie tra i lavoratori di uno dei call center più grandi d’Italia, l’Atesia, che si trova nella zona di Cinecittà a Roma. Questo call center può essere considerato come uno dei nuovi luoghi simbolo del lavoro precario e atipico in Italia, così come le fabbriche della Fiat divennero il simbolo del lavoro subordinato e alienante durante l’epoca fordista. Infatti l’Atesia, mentre da un lato ha registrato da quando esiste una crescita costante per dimensioni e fatturato (solo nel 2004 ha prodotto un giro d’affari per 4.300 milioni di euro), dall’altro lato ha ottenuto questo successo anche grazie al massiccio utilizzo di forme contrattuali flessibili che sono devastanti per i lavoratori, i famigerati contratti a progetto. A causa di questi contratti i lavoratori sono infatti costretti a ricevere contributi inferiori al 20% della retribuzione, pagati in parte dal netto del lavoratore, e non hanno nessuna garanzia su ferie, maternità e malattia. Nel 2005 per cercare di migliorare questa situazione i lavoratori si riunirono e crearono il collettivo precariAtesia, ottenendo un anno dopo l’arrivo dei giudici provinciali del lavoro per un’ispezione che decretò l’incompatibilità del contratto a progetto con il lavoro nei call-center, e l’obbligo di immediata conversione dei rapporti di collaborazione in contratti di lavoro a tempo indeterminato. Tutto ciò significò per i lavoratori non solo stabilità, ma anche una retribuzione in media superiore almeno al 30% di quella di un Co.Co.Pro., ed inoltre il diritto al rimborso di tutto il pregresso sia in termini contributivi che retributivi. Proprio quando sembrò che tutto si stesse risolvendo per il meglio intervenne il governo di Centro-Sinistra, che con l’art.78 della finanziaria 2007 diede facoltà alle aziende di proporre ai dipendenti l’assunzione a tempo indeterminato, con un contratto adeguato alle mansioni esplicate, in cambio della firma di un atto conciliativo, con cui il lavoratore rinuncia a rivalersi legalmente sul passato in termini “retributivi, contributivi e risarcitori”. I lavoratori vennero dunque stabilizzati, ma costretti a lavorare part-time e non full-time per 550 euro al mese, e in più ad Atesia si ri-iniziò a lavorare a progetto. Inoltre, i lavoratori del Collettivo furono denunciati per manifestazioni non autorizzate e non riassunti dall’azienda.
Ascanio Celestini incontra per la prima volta questi lavoratori nel Maggio 2005, e inizia ad ascoltare le storie che ognuno di loro ha da raccontare; storie non solo di lavoro precario ma anche di vita precaria. Ne nascono nel corso degli anni uno spettacolo teatrale, “Appunti per un film sulla lotta di classe”, in cui l’autore sceglie di non affrontare direttamente la vicenda, ma di inventare delle storie che avevano come sfondo comune il tema del precariato; un documentario-inchiesta, “Parole sante”, i cui protagonisti sono i racconti degli stessi lavoratori del call center Atesia; un disco, in cui vengono incise tutte le musiche utilizzate nello spettacolo; infine il libro “Lotta di classe”.


Nessun commento:
Posta un commento