giovedì 11 ottobre 2012

Leggendone: Il Libro degli Area



All'alba degli anni settanta, in Italia, ebbe luogo un fenomeno musicale irripetibile nel suo genere. La scena musicale italiana era invasa da coverband che, con molto poco sforzo creativo, riducevano il loro lavoro artistico al copiare le melodie dei grandi successi provenienti dall'Inghilterra, scrivere un testo, possibilmente senza grandi pretese, e via che si vende. Solo alcuni facevano eccezione e cercavano di offrire un prodotto originale. Nel luglio del '72 qualcosa cambiò. 
Un gruppo di supermusicisti, tra cui alcuni membri della PFM, Ellade Bandini, Vince Tempera ect, si ritrovarono negli studi di registrazione della RCA Italiana a Roma per registrare il lavoro di Alberto Radius , intitolato appunto “Radius”. Per seconda traccia del lato B fu registrata una composizione di Radius chiamata “Area”, e tra i musicisti che la suonarono troviamo: Demetrio Stratos all'organo, Giulio Capiozzo alla Batteria, Patrick Djivas al basso, Johnny Lambizi alla chitarra e Gaetano Leandro al sax tenore. Da quella sessione romana nelle menti di Capiozzo e Stratos cominciò a delinearsi l'idea di poter creare qualcosa di artisticamente appagante. Con l'aggiunta di Eddie Busnello al Sax si formò così il gruppo “Area”. Gli avvicendamenti che susseguirono furono rapidi e senza poche conseguenze. Prima di incidere il loro primo lavoro, nel '73, la formazione era già rivoluzionata. Arrivò Paolo Tofani alla chitarra e uscirono Lambizi e Leandro, ma soprattutto incontrarono Gianni Sassi e Sergio Albergoni, due personaggi di spicco dell'ambiente culturale milanese. Questi ultimi, insieme a Franco Mamone, fondarono la Cramps. La Cramps non era una semplice etichetta o casa di produzione. Fu fondata sostanzialmente per accogliere musicisti votati alla ricerca artistica e attorno ad essa ruotavano manifestazioni culturali di ogni genere. Alla Cramps venivano curati quasi tutti gli aspetti dei dischi degli “Area”, dalla pubblicità alle copertine, agli show live. 
Questo è il prologo di un viaggio durato una decina d'anni, e che ha sconvolto il panorama musicale italiano. Il libro di Domenico Coduto “Il libro degli Area”, mette in relazione tutti gli eventi che hanno circondato la nascita del fenomeno ‘Area’. L'incontro con Gianni Sassi, che per loro scriveva i testi con Albergoni, gli avvicendamenti nel gruppo, che portarono alle tastiere Patrizio Fariselli e Ares Tavolazzi al basso, l'influenza della situazione politica italiana ed estera nella musica degli Area, sono i punti focali sui cui cerca di basarsi lo scrittore per riuscire a far comprendere a pieno la portata del fenomeno Area. Infatti, gli Area furono un ciclone che passava e si nutriva di ciò che accadeva. Il libro spiega come la loro espressione artistica non si limitasse al solo atto dell'esecuzione. Gli Area cercavano una reazione. Sia da parte delle masse di acquirenti di album, sia dalle masse che li seguivano nei live. Un episodio significante/significativo fu quello dell'esecuzione di “Lobotomia”: tutte le luci venivano spente, e mente il pezzo suonava fragoroso potente, Stratos e Fariselli si divertivano a stuzzicare il pubblico con delle torce elettriche. Questi erano gli “Area” (che poi grazie a Sassi divennero Area - International POPular Group). Un gruppo certamente non convenzionale che è essenziale conoscere. Questa biografia è una buona lettura che cerca di far entrare il lettore nell'atmosfera che circondava e influenzava il gruppo. La buona analisi di alcuni testi aiuta ancora di più la comprensione di alcuni aspetti degli “Area” che risultano ermetici ,e forse affascinanti proprio per questo. In definitiva, Domenico Coduto dipinge un quadro completo che descrive il “Fenomeno Area” in tutte le sue sfaccettature, riuscendo a individuare tutte le sfumature di colore necessarie per raccontare nel giusto modo questa incredibile storia chiama “AREA”.



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