venerdì 30 marzo 2012

BABELE: Le due facce del Galsi

Il progetto Galsi, nato in seguito all'accordo intergovernativo Italia-Algeria stipulato nel 2001, è finanziato dagli azionisti, Sonatrach, Edison, Enel, Sfirs e Gruppo Hera. Al progetto collabora anche Snam Rete Gas (società dell’Eni) che diverrà proprietario, si occuperà della realizzazione, della gestione, e sarà operatore del tratto italiano del gasdotto, a partire dall'approdo sud a Porto Botte in Sardegna fino a Piombino. Il progetto, che oltre a numerosi comuni della Sardegna e a diverse province coinvolge anche la regione Toscana e il Ministero dell'Ambiente, consiste nella realizzazione di un gasdotto per l'importazione di gas algerino in Italia attraverso la Sardegna, attualmente non fornita dalla rete nazionale: millecinquecento chilometri di tubature uniranno l'Algeria alla Toscana, passando dal Sulcis e dalla Gallura.

Al momento Galsi non ha sedi operative in Sardegna; la sede operativa e la sede legale si trovano a Milano. Per il sistema energetico italiano, il gasdotto Galsi, con una capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas (pari a circa il 10% dell’attuale fabbisogno nazionale), rappresenterà una rotta alternativa per il gas algerino, contribuendo a migliorare significativamente la sicurezza di approvvigionamento energetico nazionale. Galsi sarà solamente una società di trasporto del gas e non si occuperà della sua commercializzazione; saranno gli azionisti Galsi, grazie ai contratti siglati con Sonatrach, che commercializzeranno ognuno la quota di gas che si sono assicurati.
Il 18.08.2008 il Ministero dello Sviluppo Economico ha aggiornato la Rete Nazionale Gasdotti inserendo il Galsi come nuova infrastruttura in fase di realizzazione.
Il 25.07.2011 il Ministero dello Sviluppo Economico ha avviato il procedimento per l'autorizzazione alla costruzione dell'infrastruttura.



Ecco alcuni dati tecnici:

CAPACITÀ:
8 miliardi di metri cubi annui

TRATTO ALGERIA-SARDEGNA, LUNGHEZZA TRACCIATO:
285 km

PROFONDITÀ MASSIMA:
2824 m

DIAMETRO DELLA CONDOTTA:
26 pollici (66 cm)

TRATTO A TERRA IN SARDEGNA, LUNGHEZZA TRACCIATO:
272 km

DIAMETRO DELLA CONDOTTA:
48 pollici (120 cm)

TRATTO SARDEGNA – TOSCANA, LUNGHEZZA TRACCIATO:
280 km

PROFONDITÀ MASSIMA:
878 m

DIAMETRO DELLA CONDOTTA:
32 pollici (81 cm)


CARATTERISTICHE DEL TUBO
MATERIALE:
Acciaio al carbonio.

RIVESTIMENTO ESTERNO:
Polipropilene in mare, polietilene a terra; gunite (rivestimento in cemento armato solo in acque poco profonde).

RIVESTIMENTO INTERNO:
Resina epossidica.

SPESSORE MINIMO:
16,1 mm per la condotta a terra; da 17 a 37 mm per la condotta a mare.

Il viaggio del Galsi inizierà in Algeria, a 21 km ad est di Annaba, a partire dalla stazione di compressione, dove il gas verrà compresso per raggiungere la pressione idonea all'immissione nella conduttura sottomarina. Nel tratto a mare tra l’Algeria e l’Italia il tubo attraverserà gli abissi del Mediterraneo per circa 280 km - di cui 100 km a 2800 m di profondità - prima di raggiungere la Sardegna (attraversata da sud a nord per circa 300 km prima di riprendere nuovamente il mare nei pressi di Olbia) in località Porto Botte.

Per la posa del gasdotto in mare Galsi utilizzerà un sistema denominato “lay barge” che consiste nella saldatura dei tubi su una piattaforma mobile (barge) e nella successiva posa sul fondo marino. La posa a terra del Galsi si articolerà invece in due momenti, una prima fase che prevede lo scavo della trincea e la successiva posa della condotta, a cui segue la fase finale di rinterro e ripristino ambientale. Per trasferire il gas naturale dall’Algeria al continente italiano attraverso la Sardegna, il progetto Galsi prevede la realizzazione di due stazioni di compressione. La prima sarà ubicata sulla costa algerina del Golfo di Annaba e consentirà di trasportare il gas fino alla costa sarda e di spingerlo lungo la Sardegna da Porto Botte ad Olbia. La seconda stazione sarà realizzata ad Olbia e consentirà il trasporto del gas fino alla costa toscana nei pressi di Piombino dove avverrà l’allaccio alla rete Snam Rete Gas.

Coprendo circa un quarto di tutto il fabbisogno energetico della UE, il gas naturale è, dopo il petrolio, la seconda fonte di energia primaria per l’Europa. Si prevede che questo fabbisogno aumenterà del 26.3% entro il 2020 e in Italia crescerà del 39% più che nell’Europa. Nello stesso periodo di tempo è prevista una riduzione della produzione interna europea del 43%. Anche in Italia la riduzione sarà molto accentuata (-65%) passando da 11 a circa 4 miliardi di metri cubi di gas.
Dalle previsioni circa il futuro scenario del mercato del gas ne consegue che per garantire la sicurezza dei rifornimenti sul lungo periodo l’Italia dovrà muoversi da subito per espandere in maniera rilevante le attuali infrastrutture destinate all'importazione. Il Galsi, con una capacità di 8 miliardi di metri cubi di gas, rappresenta una risposta concreta al fabbisogno energetico e alla sicurezza di approvvigionamento di gas naturale. Il Galsi in quanto primo gasdotto di collegamento diretto tra l'Italia e i giacimenti di Hass’r’Mell, nel cuore del deserto algerino, garantisce dunque una maggior sicurezza di approvvigionamento di gas per l’Italia. È inoltre un progetto ecocompatibile; le sue caratteristiche chimico-fisiche lo rendono una delle fonti di energia più pulite attualmente accessibili. Come dimostrato da numerose ricerche, il gas naturale, rispetto ad altre fonti energetiche come petrolio e carbone, produce in fase di combustione una minor quantità di inquinanti atmosferici come CO2 ed ossido di azoto, trascurabili emissioni di ossido di zolfo e non produce polveri sottili e particelle organiche. L’utilizzo del gas naturale in alternativa agli altri combustibili fossili aiuta a ridurne il livello delle emissioni nocive in atmosfera contribuendo quindi al miglioramento della qualità dell’aria e dell’ambiente. Nel 2007, l’utilizzo del gas naturale in Italia in sostituzione del carbone e dei prodotti petroliferi nelle centrali termoelettriche, negli impianti industriali, negli usi civili e nell’autotrazione, ha evitato l’emissione in atmosfera di circa 116 milioni di tonnellate di anidride carbonica, 727.000 tonnellate di ossidi di zolfo, 123.000 tonnellate di ossidi di azoto e 51.000 tonnellate di polveri. In particolare il gas naturale può avere un effetto di mitigazione sui fenomeni di inquinamento ambientale quali:
• emissioni di gas serra
• smog, piogge acide ed inquinamento dell'aria
• emissioni prodotte dagli impianti termoelettrici
• inquinamento prodotto da mezzi di trasporto
Il protocollo di Kyoto ha stabilito per tutti i paesi dell’Unione Europea l’impegno a ridurre dell’8% entro il 2012 il livello di gas ad effetto serra nell’aria. Questo richiederà a ciascun paese l’impegno per modifiche sostanziali anche nella struttura del mercato dell’energia. Il gas naturale grazie all’alto grado di accettabilità ambientale che lo distingue da altri combustibili rappresenta quindi una fonte energetica che può dare un maggiore contributo al raggiungimento degli obiettivi fissati nel protocollo di Kyoto. Per questo, oggi, la politica energetica in diversi paesi europei è orientata alla sostituzione di combustibili fossili con il gas naturale, sia negli usi termoelettrici che negli usi finali. Il gasdotto Galsi renderà disponibile una fonte di energia più pulita, dando un contributo alla riduzione delle emissioni nocive nell'aria e ad un miglioramento della qualità dell'ambiente.

Le condizioni geografiche della Sardegna e la scarsa disponibilità di risorse naturali locali, hanno reso fino ad oggi il sistema energetico sardo dipendente per il 94% da fonti esterne. Inoltre, a causa della mancanza del gas naturale, la diversificazione delle fonti di energia in Sardegna segnala una grande dipendenza dal petrolio (77%) e dal carbone (19%), i più inquinanti tra i combustibili fossili. Degli usi finali di energia circa il 44% è assorbito dal settore industriale, in particolare dalle industrie energivore (40%) del settore metallurgico e di raffinazione che rappresentano l’industria di base nell’isola. In questo contesto la realizzazione del gasdotto Galsi e la conseguente metanizzazione della Sardegna sarà un grande opportunità di crescita per tutto il sistema economico dell’isola apportando benefici quali :
• disponibilità di gas naturale, attraverso una rete di distribuzione, direttamente presso le utenze con maggior praticità e risparmi sulle bollette per cittadini e imprese. In Sardegna i costi dell’energia, a causa anche della mancanza del gas naturale, sono più alti in rapporto alla media delle altre regioni italiane. La disponibilità di una rete di distribuzione di gas naturale per usi domestici e produttivi in sostituzione degli attuali sistemi meno economici (reti a GPL, aria propanata, gasolio, scaldabagni elettrici, etc.) significherà un abbattimento delle bollette energetiche, con risparmi del 30-40% per le famiglie (circa 270 euro all’anno), le scuole (circa 17.000 euro all’anno), gli ospedali (circa 35.000 euro all’anno per uno da 100 posti letto) e le imprese sarde (circa 200 milioni di euro all’anno).
• maggior sicurezza di approvvigionamento energetico: il gasdotto Galsi sarà il primo gasdotto di importazione di gas naturale in Italia direttamente dal paese produttore. La Sardegna in particolare sarà la prima regione italiana ad essere rifornita dal gas in arrivo dall'Algeria potendo così contare sulla massima sicurezza delle forniture.
• differenziazione delle fonti di energia con vantaggi non solo economici ma anche ambientali (si ridurrà il livello delle emissioni nocive in atmosfera, con un abbattimento del 14% delle attuali emissioni di CO2 contribuendo al miglioramento della qualità dell’aria).
• opportunità di sviluppo industriale per le imprese energivore sarde: il risparmio nei costi energetici darà un significativo impulso positivo al tessuto economico sardo favorendo le imprese sarde ad alto consumo di energia, grazie all’utilizzo di un’energia più efficiente e meno costosa.
• nascita di nuove attività industriali correlate alla maggiore presenza e disponibilità di energia.
• ricadute positive sull’economia e l’imprenditoria sarda durante la fase di costruzione del gasdotto per ciò che riguarda gli appalti e i subappalti nell’ambito dei lavori civili e dei trasporti, che costituiscono circa il 30% su un investimento complessivo di 700 milioni di euro per la costruzione del gasdotto in Sardegna.
• aumento delle attività imprenditoriali indotte per la creazione, gestione e manutenzione delle reti di distribuzione locale del gas; 3500 addetti saranno impegnati nella costruzione delle reti di distribuzione locale del gas e, una volta che il gasdotto entrerà in esercizio, un ulteriore impulso verrà dalle attività di gestione e manutenzione delle reti e degli impianti domestici che impegneranno non meno di 2000 nuovi addetti.

Il 02.03.2011 il Ministero dell’Ambiente congiuntamente al Ministero per i Beni e le Attività Culturali ha rilasciato un decreto favorevole relativo alla Valutazione di Impatto Ambientale (VIA) per la sezione italiana del gasdotto Galsi.
Lo Studio di Impatto Ambientale, basandosi sulle linee guida definite dal Ministero dell’Ambiente, ha analizzato i possibili impatti ambientali relativamente a:
• aria
• ambiente idrico, marino e costiero
• suolo e sottosuolo
• vegetazione, flora, fauna ed ecosistemi
• paesaggio
• ecosistemi antropici
• rumore
Secondo quanto evidenziato dallo studio gli impatti del progetto Galsi, relativamente a ciascuno degli ambienti presi in esame, saranno minimi, interesseranno la fase di cantiere e saranno quasi totalmente reversibili, quindi limitati in un periodo di tempo e circoscritti alle aree interessate dalla costruzione. In fase di esercizio il gasdotto non avrà interazioni con l’ambiente circostante - sarà interrato e quindi non visibile - e non produrrà impatti sul territorio. Per quanto riguarda le centrali di compressione gli impatti relativamente ad emissioni e rumore saranno contenuti e comunque a livelli molto inferiori ai limiti consentiti dalla legge. Per contenere al minimo le emissioni prodotte dalle turbine a gas utilizzate nelle centrali di compressione è previsto l’utilizzo delle migliori tecnologie disponibili, ossia unità con sistemi di combustione a basse emissioni ed a elevati rendimenti. Per quanto riguarda gli effetti visibili, interventi di mitigazione ed inserimento ambientale sono stati studiati per il mascheramento dell’impianto nel paesaggio naturale. La selezione sia del tracciato a terra che dei tracciati in mare è stata effettuata nel rispetto delle aree protette ed a maggior valenza naturalistica. In mare aperto il tubo verrà posato sul fondo senza necessità di effettuare scavi, evitando interazioni con l’ambiente marino. Nei tratti a mare più vicini alla costa e lungo il tracciato a terra invece la condotta sarà interrata per non interferire sugli ecosistemi circostanti.
Una volta terminati i lavori di costruzione ed interramento verranno ripristinati gli habitat naturali. L'effetto finale è il ripristino del suolo alle condizioni originarie con un rafforzamento della sua stabilità.

I gasdotti non presentano particolari fonti di rischio. Per garantire la massima sicurezza la condotta a terra verrà rivestita con un materiale isolante (polietilene) ed interrata ad un metro e mezzo di profondità. In mare, nei tratti più vicini alla costa, il tubo oltre ad un rivestimento protettivo in polipropilene ed in cemento armato sarà interrato a una profondità variabile e con copertura da 1 a 3 metri a garanzia di ulteriore protezione. Le centrali di compressione saranno dotate di sistemi di rilevazione e di allarme atti a registrare eventuali malfunzionamenti del sistema che rappresentino l’approssimarsi di un rischio e che permetteranno di intervenire tempestivamente prima che si verifichino situazioni di allarme. La sicurezza del gasdotto sia a terra che in mare verrà inoltre costantemente monitorata grazie a periodiche ispezioni che assicureranno una manutenzione efficiente ed un funzionamento sicuro, secondo i massimi standard di sicurezza. Con i suoi 2885 metri di profondità massima nel tratto di mare tra Algeria e Sardegna, il Galsi sarà il gasdotto più profondo mai realizzato. A partire dal 2012 saranno trasportati nel nostro Paese 8 miliardi di metri cubi di metano all'anno.







LE VERITÀ NASCOSTE.

Sono molteplici e diversi i punti di vista legati alla reale utilità del metanodotto per la Sardegna.
Essendo i maggiori settori di impiego del metano quello industriale e quello domestico, e supponendo la presenza del metano in Sardegna, che tipo di industria ci potremmo immaginare e con quali sviluppi? Il progetto e la realizzazione della rete del metano, con le sue bretelle, implicano anni di lavoro; la messa in funzione e la progettazione implicano ulteriori anni di attesa. In ogni caso una rete del metano che attraversa l’isola non ha senso per l’industria giacché questa è concentrata lungo le coste soprattutto nella parte meridionale, in prossimità del presunto punto di approdo del gasdotto. Va detto che il metano da solo non servirebbe a rilanciare l’industria sarda; in Sardegna abbiamo tanti settori produttivi in crisi che non sarebbero certo aiutati dal metano, anche tenuto conto di quanto si dovrebbe aspettare per il suo arrivo. Il rilancio va fatto oggi, non fra dieci o vent’anni. L’economia e la produzione in Sardegna vanno ripensate e tra gli obbiettivi da perseguire è indispensabile porre la riduzione dei costi di produzione e l’autonomia energetica degli impianti produttivi; non di certo la dipendenza da un’altra fonte fossile ed esauribile, seppur più economica.

Nell’impiego domestico il consumo preponderante è determinato dal riscaldamento, seguono l’acqua sanitaria e la cottura cibi. Dai dati riportati emerge che, a esclusione di GPL, Gasolio e aria propanata, tutti gli altri combustibili per riscaldamento risultano più vantaggiosi del metano. Addirittura lo è l’aria condizionata! Ovvero, in Sardegna, ai prezzi attuali di mercato, il metano non è conveniente per il riscaldamento domestico. E anche se lo fosse dovremmo inserire nel bilancio di spesa la sostituzione di gran parte degli impianti già presenti con caldaie apposite. Relativamente all’acqua sanitaria, è utile fare alcune considerazioni: l’investimento per l’installazione di un pannello solare termico consente, con gli impianti più moderni, di avere acqua calda praticamente tutto l’anno al solo costo dell’acqua; in inverno con un maggiore investimento si può installare un impianto di riscaldamento (legna, pellet, pompa di calore) integrato con acqua sanitaria e addirittura completare l’impianto di riscaldamento con quello solare. Quindi investire nell’installazione di una caldaia a metano per la produzione di acqua sanitaria, considerando i costi di investimento e le alternative presenti, non è economicamente conveniente.

La scelta del metano sarebbe potuta essere giustificabile qualche decennio fa. In Sardegna, oltre al metano, mancano anche la rete e gli impianti per il suo impiego. Se anche fosse economicamente conveniente, la metanizzazione comporterebbe, oltre alla realizzazione della condotta principale e relative diramazioni, la sostituzione di gran parte degli impianti: caldaie, scaldini, forni, generatori, ecc. con tempi e costi difficilmente calcolabili e non sempre sostenibili. L’investimento non riguarderebbe la sola rete ma lo stravolgimento in toto del nostro sistema energetico. Il metano inoltre è una fonte combustibile fossile in via di esaurimento (ci vorranno quasi 20 anni per costruire il metanodotto quando in Algeria è stimato che ci sia gas per 25) e ha un prezzo che negli ultimi anni sta crescendo in maniera indeterminata. In Sardegna la situazione sarebbe ancora peggiore perché ci troveremmo praticamente in una condizione di monopolio con la dipendenza dall’Algeria e l’affrancamento dalle grosse società private di produzione, distribuzione e gestione dell’energia.

Il metano ci lascerebbe ancorati al passato mentre la nostra scommessa dovrebbero essere le nuove tecnologie, l’integrazione di diverse soluzioni e di diverse fonti di approvvigionamento, in primis l’efficienza energetica -che da sola e senza grossi sforzi può comportare tagli pesanti sul consumo- poi l’eolico, il fotovoltaico, l’idroelettrico, la geotermia e le biomasse.
Dirottare miliardi di euro sul metano -perché questo è il costo per costruire le ramificazioni dentro la Sardegna- significa non poter spendere per la ricerca, lo sviluppo e l’applicazione di nuove tecnologie. Dare in gestione a pochi fornitori il mercato dell’energia significa compromettere la creazione di posti di lavoro reali nella progettazione e nella realizzazione di nuove soluzioni. La Sardegna può essere all’avanguardia nella creazione delle isole di produzione energetica e nello sviluppo delle reti intelligenti per la loro gestione. L’assenza del metano può essere un’occasione per fare un salto tecnologico in avanti.

Il metanodotto dunque non porterà sviluppo, al contrario: si sottrarranno risorse importanti (oltre 4 miliardi di euro) a investimenti quali ferrovie, ospedali, strade, scuole e si bloccheranno gli investimenti nelle energie rinnovabili. Chi ritiene che sia veicolo di progresso è bene che sappia che i gasdotti sono considerati dei ferrivecchi, assolutamente superati dalle tecnologie a disposizione.
Non ci assicurerà energia a basso costo ma saremmo condannati alla dipendenza da una fonte di energia non rinnovabile, ugualmente inquinante e costosissima. Tutti i progetti che si riferiscono al prezzo sul mercato libero infatti non sono convenienti al costo attuale del gas e il Galsi non è assolutamente conveniente per gli investitori. Il progetto GALSI inoltre prevede solo la realizzazione della condotta principale mentre spetta ai sardi, per poter avere quel gas, pagarsi e realizzare i collegamenti alle reti locali. Ma: collegare la dorsale principale con i paesi dell’interno comporta altissimi costi di collegamento che, da soli, superano di gran lunga il costo della sola dorsale (circa 4 miliardi di euro), costi non supportati da significativi elementi di ricavo volti ad ammortizzare, in un ragionevole lasso di tempo, l’impegno finanziario dell’investimento. La realizzazione di quei collegamenti comporterà inoltre l’adempimento delle stesse formalità autorizzative del GALSI, valutazioni di impatto ambientale, espropri, ricorsi, adeguamento dei piani comunali. Infine, non dimentichiamo di essere all’interno di un Mercato Unico Europeo, dove le severe regole di concorrenza non consentirebbero mai tariffe agevolate per le case e le aziende, solo perché da noi passa un tubo.

Il Galsi inoltre non offre una fonte di approvvigionamento sicuro: il gas è la fonte di energia primaria da cui dipende tutto il sistema economico algerino. Tutto il settore industriale e la maggior parte delle industrie algerine utilizzano il gas algerino e un’abitazione su due lo utilizza. Il consumo nazionale attuale è pari a 27 miliardi di metri cubi all’anno, e nel decennio che segue è destinato a crescere sino a 42 miliardi. Si stima che nel 2020 la produzione nazionale sarà di 100 miliardi di metri cubi, e questo dovrà bastare per soddisfare il consumo interno e le esportazioni. Il consumo interno rischia di pesare in modo considerevole, non solo sulla durata delle riserve di gas; ma si porrà anche un altro problema: l’Algeria riuscirà a rispettare i propri impegni internazionali, soprattutto quelli assunti nei confronti dell’Europa? Se il prezzo del gas è di 9-10 dollari, la durata media delle riserve di gas è di 25 anni. Se il prezzo del gas è di 4-5 dollari – come oggi – la durata delle riserve è pari a meno di 15 anni.

Oltretutto, il gasdotto e i collegamenti alle reti locali, se venissero realizzati e se tutto dovesse andare per il verso giusto (cosa alquanto improbabile, considerato che occorrerebbero almeno 4 miliardi di euro per la loro realizzazione), non verranno terminati prima del 2016-2020. E di gas ce ne sarà sino al 2030!
Esso inoltre non porterà occupazione se si considerano i posti di lavoro che andranno persi. Solo i pescatori della zona di approdo a S.Antioco-S.Giovanni Suergiu sono oltre 300, con le relative famiglie. Centinaia i vigneti secolari che andranno distrutti, senza considerare gli agriturismi e le risorse culturali. L’occupazione promessa da GALSI oscilla tra i 10.000 ed i 2.000 posti di lavoro ma si tralascia il fatto che si tratta di forza lavoro impegnata nella sola fase di cantiere e che solo una irrilevante parte di questa sarà di origine locale; è infatti probabile che le imprese che vinceranno gli appalti (ipotizziamo 5-6 cantieri) verranno in Sardegna portandosi appresso sia i mezzi speciali necessari all’esecuzione dell’opera che i tecnici preposti all’esecuzione e controllo dei lavori (ingegneri, geometri, capi cantiere, capisquadra, tubisti, saldatori). Alla Sardegna verranno riservate posizioni di basso profilo , vale a dire la manovalanza e, forse, qualche operatore mezzi.

Dal punto di vista dell’impatto territoriale, il gasdotto, in parecchi punti, sarà fuori terra, ben visibile e ben delimitato, esattamente come le aree militari, e nessuno vi potrà accedere. La GALSI non dice che, una volta interrato il tubo, è prevista una fascia di rispetto che, in base al Decreto Bersani, non può essere inferiore a 100 metri da un lato e 100 dall’altro.
Inoltre, lungo tutto il tracciato sono previsti 38 PIDI (Punti di Intercettazione e di Derivazione Importante) che, oltre a sezionare la condotta per motivi di sicurezza, hanno la funzione di consentire sia l’interconnessione con altre condotte sia l’alimentazione di condotte derivate dalla linea principale, ciò attraverso la costruzione di apposite centrali (altro territorio regalato e altro impatto). Tali PIDI saranno telecontrollati, e potranno essere costituiti da una valvola di linea e da valvole di by-pass e di derivazione, nel caso siano previsti. I punti di intercettazione, benché costituiti da tubazioni interrate, prevedono tubazioni di scarico del gas in atmosfera (attivata, eccezionalmente, per operazioni di manutenzione straordinaria) e opere di sostegno. Gli impianti comprendono inoltre apparecchiature per la protezione elettrica della condotta ed un fabbricato in muratura per il ricovero delle apparecchiature e della strumentazione di controllo. I PIDI sono 38, uno ogni 7 km per 272 km di tracciato, ciascuno largo circa 1 ettaro e mezzo, quindi, in tutto, solo per i PIDI, sono circa 510 mila metri quadrati di territorio che vengono regalati a GALSI.

Non è facile prendere una posizione in merito alla realizzazione del gasdotto in Sardegna; la molteplicità e la diversità dei punti di vista, le motivazioni fornite dal Galsi e le obiezioni del comitato NO GALSI ci mettono in una condizione tale da rendere difficile schierarsi dall’una o dall’altra parte. Questi due articoli vogliono essere uno spunto di approfondimento e di riflessione per tutti i sardi che vogliono capirci qualcosa in più. L’unica speranza è quella di affidarci a chi possiede le competenze adeguate per valutare al meglio i pro e i contro di una tale costruzione faraonica.





14 commenti:

Davide "boldraker" Boldrini ha detto...

l'articolo (anzi gli articoli) mi piace molto, è completo, fa un'ottima analisi, e soprattutto non è scontato.
Però non sono molto d'accordo con la frase finale "L’unica speranza è quella di affidarci a chi possiede le competenze adeguate per valutare al meglio i pro e i contro di una tale costruzione faraonica."
Già con questi 2 articoli ma con un approfondimento non esagerato si può entrare in merito e avere un opinione in proposito, senza per forza affidarci a chi possiede le competenze, che solitamente è anche chi ha interessi in gioco.
in ogni caso: BRAVI!

Anonimo ha detto...

veramente molto interessante

jaime_99 ha detto...

molto bello. volevo sapere se si possono avere riferimenti bibliografici per approfondire...
Ciao!
Giaime

E.P. ha detto...

Una ricca carrellata di informazioni! Grazie agli autori per la loro chiarezza!
Io comunque dico NO al Galsi!!

Camilla Fois ha detto...

Un po' di informazioni non guastano mai. Bell'articolo ragazzi!

Ale ha detto...

www.galsi.com
prosardegnanogasdotto.blogspot.com/
www.regione.sardegna.it/progettogalsi/
it.wikipedia.org/wiki/Galsi
www.galsi.it/index.php?id_menu=47
questi sono solo alcuni dei siti (forse i più attendibili) in cui potete trovare materiale informativo sul galsi..basta comunque scrivere 'galsi' su google e vi appariranno mille link in cui trovare informazioni..

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