
“Lo scontro di classe” è l'autobiografia dell'autore, in cui ci parla di un periodo storico relativamente ampio che va dalla prima guerra mondiale al fascismo, dalla seconda grande guerra alla lotta partigiana, dalla liberazione alle nuove lotte sociali.
Un libro sicuramente interessante per chi ama la microstoria, fatta di gente comune la cui condizione sociale ed economica viene plasmata dalla macro-storia e dai governanti, le cui decisioni ricadono sulla popolazione dall'alto, senza possibilità di scelta.
Ma la bellezza di questo libro va ben oltre l'interesse storico.
Quello che Reclus vuole offrirci con il suo romanzo non è una semplice testimonianza ma un'aspra critica, tutt'ora molto attuale, contro un potere e una società classista caratterizzata da forti squilibri economici e sociali, da una giustizia che non è veramente uguale per tutti, da un potere oppressivo che limita la libertà di espressione e il dissenso, da condizioni lavorative che hanno più i tratti della schiavitù e da una religione al servizio del potere che - con la promessa del paradiso e la minaccia del castigo divino - mantiene la popolazione in una schiavitù psicologica che impedisce qualunque reazione.
Quello che Reclus ci offre è l'esempio di una famiglia che, nonostante la misere condizioni in cui si trova, i pregiudizi e le persecuzioni, non ha mai chinato la testa davanti al padrone, ha lottato e pagato per l'affermazione della libertà e dei diritti che sono di tutti e non solo di alcuni.
Quello che lo scontro di classe ci insegna è che l'unione fa la forza e che solo lottando tutti insieme si può riuscire a cambiare qualcosa.

1 commento:
l'ennesimo libro da aggiungere alla lista dei prossimi da leggere! Grazie MIchela!
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